Vago e Dolce Concento

L’Arte di sonar l’organo a Napoli

Stefano Romano

All’organo storico D.A.Rossi  (1769)

Della Basilica di Capodimonte – NAPOLI

CD Visual Arts – Gaeta (LT)

Per molti anni ho pregato Don Stefano Romano di lasciarsi registrare digitalmente con il mio MiniDisk, per  potervi ricavare un CD di sue interpretazioni. Tra rinvii e dinieghi il tempo passò e l’ictus che lo colpì rese impossibile la registrazione ex novo di un suo CD.

Non avremmo testimonianze incise della sua grandezza di artista se non fosse saltato fuori dal suo ricchissimo archivio una musicassetta registrata all’organo storico di Domenico Antonio Rossi (1769) che egli aveva fatto restaurare nel 1994 da Riccardo Lorenzini e collocare nell’abside del Santuario Mariano dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte a Napoli, musicassetta monoaurale registrata con un registratore “Geloso” d’epoca che Don Stefano si era portato con sé una volta e vi aveva registrato alcuni brani musicali con l’organo storico in questione.

La cassetta era un punto di partenza problematico: c’erano rumori di fondo e rumori del registratore stesso, la qualità della traccia monoaurale era decisamente mediocre, le interpretazioni erano intense ma non venivano fuori come meritavano.

Così con un programma di editing di tracce audio sono intervenuto pesantemente sulle tracce audio e, con un’equalizzazioe particolare e un filtraggio dei rumori, ho potuto trarre le tracce dalla cassetta per il futuro CD: non sarebbe stato un CD perfetto ma almeno avrebbe testimoniato l’interpretazione di un organista Napoletano su un organo Napoletano di musica d’organo di compositori Napoletani, cosa più unica che rara.

Veniamo ai brani registrati: Rocco Rodio, Ricercata Quinta; Ascanio Mayone, Canzone Francese  prima; Antonio Valente, Sei versi spirituali su Do-Re-Mi-Fa-Sol-La; Giovanni Maria Trabaci, Gagliarda, Durezze et Ligature, Canzona Franzesa Prima, Consonanze Stravaganti; Giovanni Battista Pergolesi, Sonata in Fa maggiore; Francesco Durante, Andantino; Niccolò Antonio Porpora, Fuga in Mi b maggiore; Domenico Cimarosa, Sonata in Re minore e Sonata in La minore; Domenico Scarlatti, Sonata in Sol maggiore, Sonata in Re maggiore, Sonata in Do maggiore; Mattia Vento, Largo; Giacomo Insanguine, Sonatina in Do maggiore; Carlo Cotumacci, Arioso; Giovanni Paisiello, Sonata in Si b maggiore.

Si tratta quindi di una ricchissima miscellanea di musica autenticamente napoletana dal XVI sec. al XVIII sec.  concepita per organi murali ma anche per positivi come questo, particolarmente sonoro e cristallino. Per ogni brano c’è la sensibilità napoletana dell’interprete, che fa capire come si debba suonare un certo repertorio con una sensibilità che solo gli interpreti napoletani possono avere.

Insomma: Autori della Scuola Napoletana interpretati da un organista napoletano su un organo storico di Autore napoletano conservato a Napoli. Una rarità. Il libretto, tutto in Italiano, è stato compilato su testi di Don Stefano che comprendono una ricca guida all’ascolto e numerose fotografie a colori dello strumento ad ante aperte e ad ante chiuse, e scatti del concerto d’inaugurazione dell’organo restaurato nel 1994, alla presenza, raffigurata in paramenti arcivescovili, del Cardinale Michele Giordano.

Ritengo che l’unicità del CD compensi largamente le sue pecche di presa del suono e di rielaborazione delle tracce e testimoni l’arte interpretativa della piena maturità di Don Stefano Romano non documentata altrimenti. Resta il rimpianto di non averlo potuto registrare, nonostante le insistenze, con un MiniDisk o un altro sistema digitale; la resa sonora ne avrebbe senz’altro giovato. Il disco è stato pubblicato nel luglio 2003 e può essere ascoltato piacevolmente con un buon impianto stereofonico con regolazione bassi/acuti e meglio ancora se munito di equalizzatore.

Marzo 2022

Graziano Fronzuto

Per la biografia di Don Stefano Romano: https://liberexitcultura.it/stefano-romano/

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