Mostrare le ferite che i reduci cercano di nascondere e reprimere, inquadrare il presente nell’analisi storica dell’origine e della fine dei conflitti, mettere in luce le forze della speranza per la rinascita in un futuro migliore, sono tra gli aspetti sui quali il Teatro di guerra intende alzare l’attenzione e la riflessione del pubblico.
Abituato a esprimersi nel cinema, nella prosa e persino nella lirica, Mario Martone, regista dell’indimenticato film Morte di un matematico napoletano, è l’attuale direttore dello Stabile di Torino nella cui stagione teatrale spicca il progetto Teatro di guerra. Il titolo e l’intento sono gli stessi di un suo film del 1998, ma nella dimensione del palcoscenico Martone può svilupparli in messaggio socio-culturale con funzione didattica per la collaborazione diretta di studenti e docenti dell’Università di Torino.

Il progetto apre in questi giorni con Guerra  dello svedese Lars Norén, seguitissimo drammaturgo contemporaneo e direttore artistico del Folkteatern di Gotheborg, che fa rivivere gli echi di Elettra e di Edipo, le sagome di Egisto e Clitennestra, come a testimoniare che la rappresentazione dei conflitti debba partire da una struttura scenica e metaforica basata sulla tragedia classica. Guerra, diretto da Marinella Anaclerio e messo in scena dalla Compagnia del Sole, è stato tra gli eventi del XX Mittlefest.
Il progetto proseguirà in primavera con Piccola guerra perfetta di Domenico Castaldo sugli orrori della guerra in Kosovo; Requiem For Ground Zero poema di Steven Berkoff sull’11 settembre; Giochi di famiglia diario della drammaturga serba Biljana Srbljanovic scritto durante i bombardamenti della città di Belgrado.

(di Martha Renzi)

Per saperne di più… Dalla Serbia a Ground Zero,in scena il Male chiamato guerra.

[fbshare type=”button”]

[fblike style=”standard” showfaces=”false” width=”450″ verb=”like” font=”arial”]

Commenti

commenti