Il teatro era un’esperienza religiosa come dice il suo etimo, che per molti è lo stesso di theòs, dio. Tutta la popolazione presenziava, come a un rito. In un’emozione profonda e comune, il teatro greco officiava il rito del dio Dionisio. Al tempo stesso, si trattava di un rito che divinizzava la polis, la città-stato, e i sentimenti di uguaglianza e di appartenenza che elargiva ai suoi cittadini. Semplicemente, era impensabile separare l’esperienza religiosa dal piacere di assistere ad uno spettacolo (…), da “Giustizia e Bellezza” di Luigi Zoja.

Questa chiave di lettura originaria – che rende improprio definire i luoghi di cultura e spettacolo solo come luoghi di mero ‘intrattenimento’ – è qualcosa che non si può perdere e per questo dobbiamo unire le forze per sostenere la riapertura delle Officine Fondazione Varrone quale laboratorio d’arte, cultura e spettacolo che deve ritornare a vivere nella città di Rieti.

Desistere dall’azione comune a difesa delle Officine sarebbe aggiungere una ferita all’intera collettività e non abbiamo bisogno di altre ferite, dobbiamo, anzi, unirci per risanarle, ricucire gli strappi per ridare sempre nuove opportunità di emozione comune, per ripristinare il nesso tra “Giustizia e Bellezza” come fonte di benessere condiviso e di evoluzione socio-culturale.

Le Voci di Liber Exit sostengono la riapertura delle Officine Fondazione Varrone di Rieti e invita tutti gli appassionati d’arte e spettacolo ad unire il proprio contributo alla diffusione della pagina facebook vogliamo la riapertura delle Officine Varrone per adoperarsi in tanti sensibilizzando le autorità competenti a conservare il patrimonio culturale della città.

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(in foto: ricostruzione grafica del teatro di Dionisio)

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(a cura di Rosanna Fronzuto)

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