Organo del Sol Mayor – Marbella

Pilar Cabrera

Organo Gabriel Blancafort (1975)

CD Motette 11471

La Spagna è assai rinomata per i suoi organi storici, molto meno per i suoi organi moderni: eppure è un vero peccato poiché vi sono strumenti interessantissimi costruiti dagli anni ’70 del XX sec. in poi, costruiti da organari di tutto rispetto. E’ il caso di questo organo “del Sol Mayor” costruito per la parrocchia di Nostra Signora dell’Incarnazione di Marbella da Gabriel Blancafort nel 1975, al momento della sua costruzione il più grande organo meccanico moderno di Spagna, con 50 registri distribuiti su 4 manuali e pedale.

All’epoca della registrazione del CD, l’organistA della chiesa era Pilar Cabrera, virtuosa d’organo molto nota in Spagna e non solo. Il programma è una curiosa miscellanea di brani tra i più disparati: Johann Sebastian Bach, Toccata e Fuga in Re minore BWV 565; John Stanley, Voluntary; José Ximénez, Batalla; Wolfgang Amadeus Mozart, Adagio-Allegro-Adagio in fa minore K 594 (per due organisti: qui Cabrera è affiancata da Javier Villero), Entrata e Fuga in Do maggiore K 399i, Andante Cantabile K 15 II; Jehan Langlais, Chant Héroique; Franz Liszt, Preludio e Fuga sul nome di BACH.

Nonostante l’eterogeneità del programma, Pilar Cabrera si destreggia bene tra i diversi stili e le diverse epoche degli autori che ci ha proposto. Piuttosto scolastica la Toccata e Fuga in Re minore, anche se non mancano nella fuga sorprendenti impasti sonori e improvvisi cambi di registri e tastiere che la rendono pregevole; il Voluntary di Stanley scorre bene anche se si sente che non è l’organo adatto per suonarlo; la Batalla di José Ximénez è un classico della letteratura spagnola e consente di ascoltare la ricca batteria di ance dell’organo, forse un po’ affrettato il ritmo, ma nel complesso godibile; i brani di Mozart sembrano essere quelli più adatti all’organo, nonostante la loro rarità; Langlais e Liszt si ascoltano abbastanza bene ma risentono della relativa penuria di Fondi 8’ dell’organo nonché della mancanza di libertà interpretative da parte dell’interprete (insomma un po’ di “rubato” in più non avrebbe fatto male).

Il libretto, in Tedesco, Spagnolo e Inglese riporta brevi note su ciascun brano e la storia dell’organo nonché il curriculum dell’organista e la disposizione fonica dell’organo.

Il CD non delude anzi accende curiosità nell’ascoltatore che sembra dirsi “vediamo questo pezzo come viene” per ciascuno dei brani e lo consiglio a tutti gli appassionati di organaria della seconda metà del XX sec. specie spagnola (dove Blancafort e Grenzig sono i maggiori esponenti).

Luglio 2022

Graziano Fronzuto

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