Debussy à l’orgue
Aux allures doucement effacées

Organista: Paolo Bottini
Organo della chiesa parrocchiale di San Gioacchino ai Prati a Roma, costruito da Anneessens Ruyssers (1908)
Italia

Elegia Organ & Classical Records ELEORG032 – Liber Exit

di Graziano Fronzuto

Com’è noto, moltissimi tra i maggiori musicisti francesi sono stati anche (se non soprattutto) organisti, ma alcuni (e ci sarebbe da dire curiosamente) non si sono accostati mai all’organo, nemmeno su invito esplicito: basti ricordare la risposta evasiva di Maurice Ravel all’abate Joseph Joubert che gli aveva chiesto un preludio per organo da inserire nella sua raccolta antologica “Maitres contemporains de l’orgue” (raccolta tuttora considerata fondamentale per la conoscenza della musica francese, e non solo francese, a cavallo tra ‘800 e ‘900).

Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye, 22 agosto 1862 – Parigi, 25 marzo 1918), genio tra i più rappresentativi di tale periodo, fu anch’egli lontano dall’organo tanto da sembrarne praticamente estraneo. Eppure fu tra i migliori allievi della classe di composizione tenuta da un organista del calibro di César Franck! Ma il destino o forse semplicemente la preponderanza del fascino del pianoforte, di cui Debussy fu indiscusso compositore di prima grandezza, decisero diversamente: non abbiamo sua musica per organo, salvo qualche trascrizione appositamente scritta da organisti suoi contemporanei.

Il CD proposto da Elegia con l’apporto ed il mecenatismo dell’Associazione Liber Exit e della Premiata Fabbrica d’Organi Cav. Francesco Zanin nonché il patrocinio dell’Ambasciatore del Belgio Vincent Mertens de Wilmars, riesce nel prodigioso/temerario intento di annodare quei fili tra l’organo e Debussy che durante la sua vita rimasero praticamente sciolti.

Tutto si deve alla caparbia volontà e alla bravura incontestabile di un organista: Paolo Bottini che ha creduto fermamente in tale operazione e – con la collaborazione di Federico Savio, maestro della corretta presa del suono di un organo anche all’interno di una vasta basilica romana – l’ha realizzata con risultati talmente eccellenti da trovare plauso anche presso i più determinati e inflessibili fan del binomio Debussy/pianoforte.

Paolo Bottini domina e piega al repertorio prescelto un organo molto bello ma di non facile utilizzo quale quello della chiesa di San Gioacchino ai Prati a Roma, suggeritogli dal sottoscritto nonostante lo scetticismo di alcuni organologi e la presenza in città di strumenti di gusto (e costruzione) francese più rinomati ma che si sarebbero dimostrati meno adatti, sia per le condizioni oggettive (l’organo di San Gioacchino era stato peraltro da poco restaurato dal sopracitato organaro) sia per la collocazione delle chiese in pieno centro (dove trovare un orario con rumore esterno sufficiente basso è praticamente impossibile, come il sottoscritto ha sperimentato quando ha inciso un CD in Sant’Agostino…).

C’è da aggiungere che la maggior parte delle trascrizioni sono frutto del talento del nostro organista, che non ha trascurato di inserire anche trascrizioni di contemporanei di Debussy (tra tutte: l’Andantino dal quartetto per archi del 1893, trascritto da Alexandre Guilmant), riuscendo nella non facile impresa di tenerne ed ottenerne pari qualità. Ne è un chiaro esempio La cathédrale engloutie, celebre brano pianistico in cui si evocano atmosfere gotiche, atmosfere marine e – naturalmente – atmosfere organistiche pur senza far mai prevalere le une sulle altre.

Annotiamo infine che il CD è dedicato al maestro Giovanni Catelli e alla moglie dell’organista, Elena; parallelamente va ricordato il fatto che l’organo è firmato “Anneessens et Ruyssers”, ragione sociale che la ditta dell’organaro Jules Anneessens ha assunto dopo il suo matrimonio con Julia Ruyssers avvenuto nel 1902.

La bella ideazione grafica della copertina è un’opera d’arte di Margherita Allegri: En attrappant des papillons che con un gruppo di canne tra cui volano farfalle richiama l’antico strumento a fiato dei pastori greci Syrinx (antenato dell’organo e di tutti gli strumenti aerofoni) cui Debussy dedicò un celebre brano per flauto solo; la grafica evoca anche il “celebre” foulard di Debussy stesso. (cfr. http://www.margheritallegri.blogspot.it/2014/12/en-attrappant-des-papillons.html)

La confezione, in pratico e leggero cartoncino, è impreziosita oltre che dalla grafica suddetta da un sintetico ma esauriente libretto tutto a colori con testo e fotografie di particolare accuratezza.

Un CD da non perdere per chiunque ami non solo lo strumento, il compositore e l’artista ma anche e soprattutto la Musica con la maiuscola!

Dicembre 2014 – Graziano Fronzuto

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