Organo Mascioni (op. 829 – 1963)
Santuario di Santa Rita – MILANO

Registri

[azionati da placchette disposte in più file orizzontali a sinistra della consolle]

I Manuale – Corale [Espressivo]

Corpo Corale Fondale

    1      Principale                      8’

2      Corno di Notte              8’

3      Dolce                             8’

4      Principalino                  4’

5      Flauto Conico               4’

6      Flauto in XII           2’2/3’

    7      Silvestre                        2’

8      Decimino                1’3/5’

9      Ripieno 5 File

10      Cromorno                      8’

11      Unda Maris                   8’

12      Tremolo

II Manuale – Grand’Organo

Corpo Sinistro

  13      Principale                    16’

14      Principale                      8’

15      Flauto Traverso            8’

16      Dulciana                        8’

17      Ottava                            4’

18      Flauto a Camino           4’

19      Duodecima             2’2/3’

  20      Decimaquinta               2’

21      XIX                          1’1/3’

22      XXII                               1’

23      Ripieno 6 File

24      Tromba                          8’

25      Voce Umana                 8’

[azionati da placchette disposte in più file orizzontali al disopra del III Manuale]

Annulli Ance

   A      Ancia I

A      Ancia II

A      Ancia III

A      Ancia Ped

A      Generale Ancie (sic)

III Manuale – Espressivo

Corpo Destro

  26      Bordone                      16’

27      Diapason                       8’

28      Bordone                         8’

29      Salicionale                    8’

30      Corno di Camoscio      4’

31      Flauto Armonico          4’

32      Nazardo                   2’2/3’

  33      Flautino                         2’

34      Pienino 3 File

35      Tromba Armonica        8’

36      Oboe                              8’

37      Voce Corale                  8’

38      Voce Celeste                 8’

39      Tremolo

Annulli

   A      Ripieni

A      Fondi16’ ai Manuali

A      [Unioni] Tasto – Pedale

A      Subb-Ottave (sic) [A Accoppiamenti 16’]

A      Super-Ottave (sic) [A Accoppiamenti 4’]

Pedale

Corpi Destro, Sinistro e Corale

  40      Bombarda Acustico   32’      (sic)

41      Contrabbasso             16’

42      Principale                    16’

43      Subbasso                     16’

44      Bordone                      16’

45      Basso                             8’

46      Principale                      8’

  47      Bordone                         8’

48      Bordoncino                   4’

49      Ottava                            4’

50      Flauto                             4’

51      Bombarda                   16’

52      Trombone                      8’

53      Clarone                          4’

[azionati da placchette disposte in più file orizzontali a destra della consolle]

Unioni

  54      Unione                 I8’ Ped.

55      Unione                II8’ Ped.

56      Unione               III8’ Ped.

57      Unione                     III8’ I

58      Unione                      I8’ II

59      Unione                    III8’ II

Accoppiamenti

  60      Unione                 I4’ Ped.

61      Unione                II4’ Ped.

62      Unione               III4’ Ped.

63      Unione                     I16’ I

64      Unione                       I4’ I

65      Unione                     III4’ I

  66      Unione                    I16’ II

67      Unione                      I4’ II

68      Unione                     II4’ II

69      Unione                    III4’ II

70      Unione                III16’ III

71      Unione                  III4’ III

Accessori

6 Combinazioni Aggiustabili a Pistoncino richiamabili con pedaletti; Combinazioni Fisse

Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni8’.

Staffa Crescendo Generale.

Staffa Espressione I manuale.

Staffa Espressione III manuale.

Pedaletti Ripieno I, II, III; Ancia, Tutti.

Estensione: manuali di 61 note (Do1–Do6); pedaliera di 32 note (Do1–Sol3).

Trasmissione elettrica, consolle mobile indipendente posta in genere dietro l’altare maggiore (realizzato nel 200 e la cui struttura, unitamente a quella dei seggi corali, limita gli spostamenti della consolle).

Collocazione in tre corpi ai lati del presbiterio: i due principali lungo le pareti in celle organarie con cantoria con balaustre in bronzo, quello corale a pavimento contro la parete fondale dell’abside.

Corpi principali privi di cassa, corpo corale interamente chiuso in ampia cassa espressiva (ma le portelle non sono direttamente in vista in quanto occultate da un telone).

Mostra dei corpi maggiori composte da canne dell’ordine di16’disposte ‘a palizzata’ ed ordinate in modo che le sommità formino delle curve verso il basso; bocche ‘a mitria’ allineate orizzontalmente. Corpo Corale privo di mostra.

Storia

Notizie tratte dal sito http://www.santaritamilano.it

L’origine del Santuario di S. Rita di Milano non è legata ad apparizioni o fatti miracolosi, ma al grande desiderio degli Agostiniani di ritornare a Milano, la culla del loro Ordine. A Milano infatti ricevette il battesimo S. Agostino dalle mani di S. Ambrogio (387), milanese è il beato Lanfranco Settala (†1264), scelto a governare il nuovo Ordine egli Eremitani di S. Agostino, costituito dal Papa Alessandro IV (la grande unione del 1256).

Fin dal 1230 gli Agostiniani possedevano a Milano il convento e la chiesa di S. Marco, nel 1445 fondavano il convento e la chiesa dell’Incoronata e nel 1500 prendono possesso della chiesa della Consolazione. La soppressione del 1782 li terrà lontani da Milano per quasi due secoli.

Nel 1939 il P. Umberto Musitelli, Provinciale della piccola Provincia Ligure, Piemontese e Sarda (costituita dai conventi di Genova, Pavia, Savona, Celle Ligure e Loano) ottenne dal Card. Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano, il permesso di erigere a Milano una chiesa con annesso convento, dedicati a S. Rita, come aveva suggerito lo stesso arcivescovo.

Attraverso il Comitato per i nuovi templi, fu designato come luogo di costruzione un appezzamento di terreno di ca. 12.500 mq — situato nella zona compresa tra i rioni Barona e S. Cristoforo, donato — attraverso la curia arcivescovile di Milano — da Giovanni Dondena, commerciante vinicolo.

La prima pietra fu benedetta dal card. Schuster il 17 dicembre 1939 e nella primavera del 1940 ebbero inizio i lavori di costruzione di un’ala del convento mentre furono gettate le fondamenta del santuario. Il complesso chiesa/convento fu progettato dall’Ing. Giuseppe Invitti — che aveva già progettato la chiesa delle Monache Agostiniane di Via Ponzio 46, dedicata a S. Monica — il quale si orientò verso lo stile romanico-lombardo, con richiami allo stile novecento.

La costruzione del santuario, iniziata dall’impresa Castelli e portata avanti tra difficoltà crescenti dovute alla seconda guerra mondiale (settembre 1939) che nel giugno 1940 coinvolse anche l’Italia, fu forzatamente sospesa nell’aprile 1941, appena in tempo per aprire al culto una cappella provvisoria (fino al 1948) al piano terreno dello stesso convento (l’attuale Sala S. Monica).

Nel 1946 fu decisa la costruzione della prima metà del santuario, dalla facciata al transetto escluso, che fu inaugurata al 6 maggio 1948.

Nel 1952 fu ripresa la costruzione dell’altra metà, dal transetto all’abside, con la vasta ed alta sagrestia e la sala oggetti-ricordo.

Due anni dopo il card. Schuster procedette alla consacrazione del santuario — ancora grezzo ma completato nelle sue strutture essenziali — nei giorni 1 e 2 maggio 1954: fu l’ultima chiesa consacrata dall’instancabile cardinale che morì il 30 agosto 1954.

L’area coperta dal santuario con la sagrestia e la sala-oggetti misura mq 1.800. Le tre navate misurano complessivamente in larghezza28 metri. La lunghezza massima del vano della chiesa, dal portale all’abside, è di69 metri. L’altezza massima della chiesa  è di m 32 all’esterno e di m. 25 all’interno.

Il 2 maggio 2000 è stato consacrato il nuovo altare e inaugurato il presbiterio, completamente ristrutturato in adeguamento alle prescrizioni liturgiche. Sono state tolte le balaustre ed è stato spostato il quadro di S. Rita nel braccio sinistro del transetto: al suo posto troneggia un grande crocifisso di bronzo. Rifatto, su nuovo disegno, il pavimento in rosa del Portogallo ed eliminato il vecchio altare maggiore, sono state posate le scale di accesso al tabernacolo, di rame dorato, che poggia su un piedestallo ottagonale; è stato ridisegnato il muro frontale con i nuovi parapetti a gradoni che fiancheggiano le scale: il tutto in marmo rosa del Portogallo. Sul lato sinistro guardando l’altare si impone il nuovo ambone che si prolunga oltre la gradinata di accesso al presbiterio. La porticina del tabernacolo reca un pannello in bronzo raffigurante due mani che spezzano il pane. Sul basamento frontale dell’altare è stato collocato un pannello di bronzo raffigurante grappoli d’uva e spighe di grano, simboli dell’Eucaristia, insieme alla rosa di S. Rita. Sul fronte dell’ambone, il pannello di bronzo con lo stemma agostiniano e la scritta: Prendi e leggi. Il progetto complessivo è stato ideato dall’Arch. Paola Parini, mentre la progettazione e l’esecuzione delle sculture (crocifisso, pannelli e tabernacolo) è stata affidata alla Scuola Beato Angelico di Milano (Arch. Mons. Marco Melzi).

Organo Mascioni coi parapetti sotto le canne di mostra eseguiti in bronzo su disegno di P. Stefano Pigini (1999).

L’interno del Santuario è dominato dall’imponente figura di Cristo trionfante e dal paradiso agostiniano: una festa di colori tra lo sfavillare dell’oro: mosaici eseguiti negli anni sessanta da Sgorlon su cartoni dell’artista agostiniano belga P. Leo Coppens (1909-1995), autore di  tutti i mosaici del Santuario, esclusa la facciata e la cripta.

Note

Grosso strumento progettato da P. Giancarlo Ghirardi (Sesto San Giovanni, 1931 – 1993), a lungo Maestro di Cappella di questa basilica. Revisionato con la sostituzione del classico Contrabbasso Acustico32’con la Bombarda, anch’essa realizzata col medesimo principio acustico.

L’effetto, poderoso ed esaltante nel presbiterio, si attenua molto nelle navate.

Da notare, in sacrestia, il dipinto fine-ottocentesco raffigurante Santa Rita che riceve la spina dal Crocifisso (che era la pala dell’altare maggiore rimasta in sito fino al 2000) e un frammento centrale di ritratto di Santa Cecilia e Angeli Musicanti, di inizio ‘800, con Santa Cecilia (con diadema di brillanti da nobildonna!) che suona un organo all’Italiana, di cui si leggono i nomi di alcuni registri e, molto chiaramente, la partitura sul leggìo.

Suonato il 24 novembre 2008 per cortese accoglienza di Padre Bernardino Pinciaroli

Graziano Fronzuto

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