Two Centuries of British Organ Music

Jennifer Bate

Organo della chiesa di St. James a Muswell Hill, Londra

CD Hyperion CDA66180

Come fa presagire il titolo, il CD è una miscellanea di musica d’organo inglese dal XVIII al XX sec. scelta dalla esperta organista Jennifer Bate.

I brani incisi sono: Charles John Stanley, Voluntary in Fa; William Russell, Voluntary in La minore; Samuel Wesley, a scrap for organ; Samuel Sebastian Wesley, Holsworthy church bells e Introduzione e Fuga in Do diesis minore; Sir Hubert Parry, Fantasia e Fuga in Sol; Charles Wood, Prelude on “St Mary’s”; Sir Charles Villiers Stanford, Preludio su un tema di Orlando Gibbons op.105 n.2, Andante Tranquillo op.101 n.4, Allegro non troppo e pesante op.101 n.2.

Come si vede, si va dagli inizi del XVIII sec. agli inizi del XX in rigido ordine cronologico. L’organo, un Harrison & Harrison con tre manuali e pedaliera, regge bene l’ampiezza cronologica del repertorio grazie ai suoi timbri ben caratterizzati e ai suoi impasti sonori tutto sommato sorprendenti per un organo inglese del XX sec.

Sotto le mani (e i piedi) di Jennifer Bate l’organo mostra una tavolozza sonora inusitata; dal dolce al brillante, dal piano al forte, dal curioso all’inusuale, presentandoci i brani nella loro migliore luce. Anche i tempi sono sempre “giusti” anche se un po ’ di rubato in più soprattutto nei brani di Charles Villiers Stanford non avrebbe fatto male, anzi.

Jennifer Bate, all’epoca della registrazione (1985) dello LP (successivamente ristampato in CD) era già quarantenne e mostra una maturità ammirevole, forse perché il repertorio le è particolarmente congeniale. Va detto che l’organo utilizzato le era familiare sin da piccola poiché era l’organo progettato dal padre H.A.Bate e su cui egli fu organista per lunghi anni.

L’unico difetto che si può trovare nell’organo è l’assenza di un 32’ reale, anche tappato, mentre c’è una Gran Quinta 10’2/3’ per il 32’ acustico.

Jennifer Bate, nata nel 1944, è volata nelle Celesti Cantorie nel 2020 a 76 anni quindi questo disco ne commemora la figura come meglio non si poteva.

Il libretto -solo in Inglese- descrive i brani uno per uno (cosa assai rimarcabile), riporta la disposizione dei registri dell’organo e si conclude con una bella foto della organistA ed il suo curriculum.

In conclusione, un CD di raro pregio che merita spazio nelle collezioni di tutti gli appassionati di musica, soprattutto di quella inglese del periodo considerato.

Giugno 2022

Graziano Fronzuto

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