Musica d’Organo a Roma tra Rinascimento e Barocco

Lo storico organo “Luca Biagi” di S. Giovanni in Laterano

Alessandro Albenga

CD Audio Records The Classic nr.12

L’organo storico costruito da Luca Biagi nel 1598 sta nel lato destro del transetto della Basilica Lateranense; ha attraversato varie vicende storiche tra cui l’aggiunta della seconda tastiera da parte di Alari, un tentativo di restauro di Francesco Morettini negli anni ’30 del XX sec. che lo ridusse praticamente al silenzio fino al restauro completo compiuto da Barthélémy Formentelli nel 1985 e dopo la bomba del 1993.

Il CD è il primo di quelli registrati su quest’organo, per iniziativa dell’allora titolare Alessandro Albenga che ha scelto un repertorio integralmente romano: Ercole Pasquini, 6 Partite sopra “Ruggiero”; Girolamo Frescobaldi, Toccata Quarta, Recercar; Paolo Quagliati, da Recercate et Canzone: n.8 n.4 n.2 n.1, Toccata dell’Ottavo Tuono; Anonimo del XVII sec. (Francesco Antonio Tenaglia?) Canzone, Toccata, Ricercare, Canzona; Giovanni Battista Ferrini, Trombetta, Toccata.

I brani consentono ad Albenga di utilizzare l’intera tavolozza sonora dello strumento: dalla dolcezza dei Flauti, dal frizzante positivo aggiunto da Alari, fino al poderoso Ripieno con base 24’ dell’organo Biagi.

Il libretto, in Italiano e in Inglese, dà una sommaria descrizione dei brani ed una descrizione approfondita dell’organo; c’è il curriculum dell’organista ed una lunga digressione sulle modalità tecniche di registrazione dei brani dai microfoni usati fino alle frequenze di campionamento della registrazione digitale.

Il mio contributo personale al CD è stato il disegno dell’organo sia in copertina che a pagina 8 del libretto e la fotografia di Albenga alla consolle.

L’organo è utilizzato al meglio e meraviglia la straordinaria complessità di un organo di 24’ costruito per il Giubileo del 1600, raggiungendo vette non più eguagliate nell’organaria Romana dei secoli successivi.

Anche il restauro è notevole, avendo recuperato l’intonazione originale e riamalgamato la parte Alari con quella Biagi consentendo notevoli effetti di dialogo e di “eco”. Di contro c’è l’altezza dal suolo dell’organo, oltre 17 metri, che fa sì che sembri che l’organo suoni più per il Cielo che per la Terra. Nella registrazione, si sono collocati i microfoni all’estremità di una scala di servizio su ruote che raggiunge i 20 metri da terra.

In conclusione, si tratta di un CD di indubbio interesse non solo per gli appassionati di musica romana del XVI e XVII Sec. ma anche come esempio di organo di organo italiano di immense dimensioni perfettamente equilibrato nei suoi timbri e nelle sue capacità sonore.

Giugno 2022

Graziano Fronzuto

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